Grandi navi, rispunta il porto fuori dalla laguna

Presentato all’Autorità portuale e al Magistrato alle Acque il progetto alternativo Ormeggi per otto navi in mare, costo 200 milioni per circa tre anni di lavori

Il nuovo Porto crociere al Cavallino. In bocca di porto di Lido, fuori dalla laguna. Non è più solo un’idea, quella lanciata dieci anni fa da Cesare De Piccoli, ex vicesindaco e parlametare dell’Ulivo. Il suo “progetto di prefattibilità”, con il timbro di un importante studio di ingegneri idraulici e progettisti, è stato depositato all’Autorità portuale e al Magistrato alle Acque. Eccone in anteprima i particolari. Un piano che potrebbe rappresentare la soluzione al dibattito sul passaggio delle grandi navi davanti a San Marco. E un’alternativa al nuovo canale Contorta Sant’Angelo, su cui Porto e Magistrato stanno facendo studi e valutazioni.Le navi da crociera al di sopra di una certa stazza (oltre le 40 mila tonnellate previste dal decreto Clini-Passera) potrebbero dunque essere ormeggiate al Cavallino, a 100 metri dalla diga nord, 500 metri circa dopo le barriere del Mose in costruzione. La nuova Stazione Marittima sarebbe leggera, removibile ed ecologica. Strutture in legno, ferro e cemento ricoperte da pensiline con pannelli solari. Una nuova stazione modellata sul tipo degli aeroporti. Con l’imbarco diretto dei passeggeri sulle navi – al primo livello – mentre sotto, al piano terra, circolano mezzi e carrelli. E al piano interrato passano condutture, auto, servizi, energìa elettrica. Troppo lontano dalla città? Niente affatto. Un ponte in ferro, si legge nel progetto, garantirebbe il collegamento degli autoveicoli con la rete viaria del Cavallino, mentre altri rifornimenti potrebbero arrivare via mare. Sempre per via d’acqua ci saranno i collegamenti su catamarani – con una produzione di onde molto limitata – capaci di raggiungere l’aeroporto di Tessera in 30 minuti.I moli potranno ormeggiare fino a otto grandi navi, liberando così spazi strategici a San Basilio e Santa Marta, restituendo la Marittima a un uso nautico compatibile con la città, con yacht e navi di piccole dimensioni, convegni e spazi sportivi.

Costo molto ridotto rispetto al “gigantismo” dei progetti fin qui visti. 200-220 milioni per un lavoro che si potrebbe concludere, scrivono i tecnici, in meno di tre anni. Chairo che il progetto dovrà essere messo sul tavolo ora dagli enti interessati, a cominciare dal Porto. «È un progetto realizzabile, che risolverebbe molti problemi», dice De Piccoli, che ha da tempo lasciato la politica per dedicarsi all’industria delle energìe rinnovabili, «l’impatto sarebbe molto basso, porterebbe nuova ricchezza all’area est della città, lasciando a Malamocco l’ingresso per le merci e i container. Le navi potrebbero entrare tranquillamente anche nella stagione invernale, vista la nuova costruzione della diga foranea di protezione al Mose realizzata dal Consorzio Venezia Nuova al largo dei moli. Ma soprattutto, insiste de Piccoli, «si tratta di un intervento reversibile». «Gli ormeggi si potranno togliere un domani se si riterrà di aver individuato una soluzione migliore». Intanto il progetto è protocollato. E potrebbe essere esaminato già prima del prossimo Comitatone.

 

di Alberto Vitucci - La Nuova Venezia 22 gennaio 2013 -